“I don’t think of film as a purely creative act, I don’t think of film as an egomaniacal act, I don’t think of film as a sexual act, I don’t think of film as an act of ego, I don’t think of film as an act of hybris. I think of film as an act of destruction”.
La sensazione è quella che non potesse esserci epilogo differente per l’epilogo dei film, e che il presupposto testamentario dell’epigrafe cinematografica di Raya Martin e Mark Peranson non potesse che materializzarsi nella morte del film, nel trapasso conclusivo dell’esposizione su pellicola di immagini in decomposizione, nell’estetizzazione del decesso dell’ho visto in favore del non ho (ancora) visto. Continua a leggere La última película (Raya Martin, Mark Peranson, 2013)