Qualche mese fa, tra Marzo e Aprile, ho avuto l’occcasione (ed il piacere) di incontrare e frequentare le persone che hanno eretto la realtà più fervida ed essenziale di quello che dovrebbe rappresentare oggi lo scrivere di Cinema e, soprattutto, il pensare il Cinema. L’Emergere del Possibile ha di fatto aperto, già da diverso tempo, un discorso a sé stante (non tanto per assunto isolazionismo, quanto piuttosto per la palese evidenza della più totale mancanza di qualcuno anche solo in grado di presenziare in un discorso tale) riguardo al Cinema e alla necessità dell’effettivo discuterne, volto ad una politica dell’immagine prima che ad una sua estetica; ed è solo questo che, oggi, giustifica il parlare di Cinema, il parlarne in quanto atto di resistenza in un contesto, a dirla tutta, putrescente, per quello che riguarda la generalizzata concezzione di Cinema odierna. Sta di fatto che da quegli incontri (di Cinema realmente vivo, forse; lo si legga alla luce anche dei temi di condivisione e contatto che troverete qui di seguito) è nata l’idea della chiacchierata che potete trovare in originale naturalmente sul blog dell’EdP, al seguente link – http://emergeredelpossibile.blogspot.com/2018/06/sacramenti-5-immagini-di-confine.html – e che ho riportato anche qui su Immagini di Confine, un po’ per comodità e un po’ per dar testimonianza di quanto l’EdP ed i suoi creatori mi siano cari a livello personale e siano stati il necessario svelamento per chiarirmi in nome di cosa oggi abbia ancora senso parlare di Cinema.
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