Probabilmente non c’è commento migliore di quello indicato dal titolo del suo stesso film al lavoro del cinese Wu Wenguang; o meglio, siccome una precisazione qui è d’obbligo, non tanto al lavoro di Wu Wenguang, bensì proprio a Wu Wenguang. Perché talvolta capita che dalle peggiori intenzioni sorga un’epifania svelatoria e basilare, per quanto concepita del tutto fuorchè volontariamente da qualcuno che sotterreresti volentieri per come aveva inteso in partenza ciò che – suo malgrado! – ha creato. Continua a leggere Fuck Cinema (Wu Wenguang, 2005)
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Behemoth (Zhao Liang, 2015)
Silenzio. Immobilità ectoplasmatica dell’entroterra cinese più rarefatto. Esiste questo posto? Uno scoppio. Fragoroso squarcio di una terra che sanguina, che si trascina, che viaggia senza fermate verso il futuro, e verso l’oblio. Un boato: ma chi ascolta? Esiste, esiste. Ma probabilmente non per molto ancora. Torna il silenzio, irreversibile testimone di un vuoto pneumatico che non sarà disturbato. Continua a leggere Behemoth (Zhao Liang, 2015)